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Quali rossetti si acquistano? E' una questione di chimica

Questa sezione si pone l’obiettivo di indagare il mondo dell'industria della cosmesi. I meccanismi di funzionamento del mercato e le modalità di vendita, il rapporto fra produttori e consumatori e la composizione chimica dei prodotti in commercio. Con il boom economico del secondo dopoguerra mondiale entrano nel commercio globale prodotti legati alla cura di sé che per anni erano fortemente elitari. Il rossetto né è un’esempio.

Oggi i cosmetici possono essere acquistati attraverso punti vendita che non sono strettamente legati alle profumerie o alle farmacie. Possiamo acquistare cosmetici sui siti Internet, oppure attraverso le bancarelle che vendono trucchi e altri oggetti provenienti da tutto il mondo. Il più delle volte se acquistiamo online o attraverso questi grandi magazzini all’aperto, è possibile trovare dei prezzi vantaggiosi, in questo modo si vedono prodotti di marche conosciute e si pensa di aver fatto un affare. Sorge però un problema, i cosmetici sono contraffatti dominano questi stand. Gli studi rivelano che la maggior parte dei consumi dei trucchi falsi provengono dalla Cina. Vengono prodotti in laboratori clandestini, in condizioni igieniche pessime che non rispettano gli standard. Ricerche svolte dalla Food and Drug Administration FDA(2), hanno rilevato delle tracce di sterco di topi, urine di cavallo e di elementi tossici. Ingredienti che comportano irritazioni, labbra gonfie, o addirittura incollate per la presenza della supercolla all’interno della miscela. Questo fenomeno di contraffazione si è verificato per diversi marchi. Un esempio sono i rossetti di Kylie Jenner, tre colori lanciati nel 2016 spopolano, la richiesta è altissima e viene utilizzata la tecnica del sold out, producono una quantità di rossetti inferiori alla richiesta in modo da provocare un esaurimento veloce delle scorte e una maggiore attesa e desiderio di acquisto della clientela. Viene definito principio della scarsità ed ha un impatto notevole sul consumatore soprattutto perchè si parla del rossetto di Kylie, mirato al consumo di fasce giovani della popolazione e facilmente manipolabili. Infatti il possesso di questo rossetto diventa un marcatore di status, di prestigio fra le compagne di scuola di tutto il globo.






Nonostante il sold out sul sito ufficiale questi rossetti potevano essere trovati su Internet ad un prezzo addirittura minore, oppure nei mercati di rione, si trattava però di cosmetici contraffatti e contenenti elementi nocivi.

Ma veniamo ora alla composizione del rossetto. L’ ingrediente principale è il solvente, detto anche isododecano. Un altro elemento è il silicone che garantisce le proprietà Waterproof e aumenta anche la durata del trucco. Vengono poi aggiunti gli addensanti come cera d’api ed emollienti per idratare ed infine, i pigmenti per il colore.

In America non ci sono delle regolamentazioni specifiche sulla quantità di questi prodotti nella composizione della miscela, ma sono i singoli marchi che si occupano di regolare le dosi dal momento che ne vale della loro reputazione. Questo non succede invece per i falsari, i quali prendono la lista degli ingredienti e sostituiscono quelli più costosi con degli ingredienti più economici. Ad esempio, al posto dell’esododecano utilizzano la paraffina o l’olio minerale; il costo è minore ma questo tipo di prodotto è appiccicoso, un po’ più pesante e inoltre ha un odore sgradevole. Si trattaperò, di problemi che vanno oltre l’odore e la consistenza, infatti i cosmetici sono stati trovati positivi a sostanze cancerogene, metalli pesanti come piombo e mercurio, che viene inserito per dare maggiore brillantezza al rossetto evitando così di estrarre il colore dai pigmenti naturali. Va sottolineato che il nostro cervello è molto sensibile al piombo e può provocare così mal di testa ma anche infertilità e nei casi più estremi aborti spontanei.

Nonostante questo, vengono ancora venduti dato che hanno un mercato ampissimo, infatti il commercio globale dei prodotti contraffatti rappresenta il 2,5% del dell’intero guadagno economico, questo commercio è in costante potenziamento. I venditori hanno capito che vendere merci contraffatte è molto più remunerativo rispetto alla vendita di cosmetici che rispettano gli standard di salute. Ne consegue che alimentando questo business si implementa l’economia del nero e della mafia (1).

Questo fenomeno della contraffazione potrebbe essere indicativo di un tipo di consumo che segue le tendenze, una moda che cambia velocemente e che viene impartita non più attraverso le riviste o programmi televisivi, ma anche per mezzo degli influencer.

Si può affermare, infatti, che negli ultimi anni l’industria cosmetica abbia subito una trasformazione radicale. Dai tempi del boom economico a dominare il mercato sono le multinazionali di poche marche e molto costose, come ad esempio Dior o Dolce e Gabbana. Grandi fabbriche delocalizzate con magazzini sparsi in tutto il globo.

Oggi con l’espandersi della tecnologia, dei mezzi di vendita e della sfiducia verso le grandi marche è possibile un commercio di marchi indipendenti. Un esempio è la “Color pop”, brand californiano fondato dai fratelli John e Laura Nelson, dove la produzione e la vendita avviene nello stesso luogo. Si tratta di una piccola fabbrica, fondata nel 2014, che produce in base alla richiesta effettiva, senza creare grandi magazzini. Essendo piccole industrie cercano di differenziarsi dal grande mercato promuovendo un tipo di cosmetico in armonia con con uno stile sostenibile. Si parla di ricerche senza testare i prodotti sugli animali, oppure prodotti vegani e attenzione all’uso di prodotti naturali. Questa tecnica di vendita è possibile perché oggi è il consumatore l’esperto. Le piattaforme digitali permettono al cliente di acquistare il prodotto, testarlo, votarlo, commentarlo, dare dei consigli alla casa produttrice riguardo al design, ma anche agli altri consumatori riguardo alle modalità d’uso.

In questo modo le piccole industrie ricevono un feedback in tempi brevi e possono modificare in tempi reali i colori e le composizioni del prodotto in linea con le preferenze del consumatore.

Se prima erano necessarie pubblicità su riviste attraverso i canali di comunicazione e quindi programmi televisivi o radiofonici, oggi per sponsorizzare un proprio marchio basta semplicemente utilizzare i social.

Il primo episodio della serie Broken, produzione di Netflix descrive le dinamiche di produzione, vendita e contraffazione. Approfondisce, inoltre, la figura degli influencer come interfaccia fra i produttori e i consumatori negli Stati Uniti.


Anche Italia si verifica questo fenomeno, ma di dimensioni ridotte.

Il 4 febbraio 2020 Altroconsumo(3) pubblica un’indagine sui rossetti e afferma che un terzo dei prodotti realizzati non è sicuro per la salute. Gli studiosi hanno analizzato alcune delle principali marche di rossetto come Kiko, Mac, Nyx, Too Faced venduto nella catena di profumerie Sephora e Avril, un brand di cosmetici ecologici.


Il rossetto è uno dei cosmetici più utilizzati e si indossa quotidianamente, pertanto è molto alta la probabilità che venga ingerito. Altroconsumo ha analizzato in laboratorio 14 marche di rossetto per capire se gli ingredienti utilizzati da tali marche fossero inerenti agli standard di salute o meno. E’ emerso che quasi un terzo dei rossetti analizzati (5 su 14) contiene ingredienti potenzialmente rischiosi per la salute conosciuti con la sigla Mosh e Moah (Mineral oil saturated hydrocarbon- Idrocarburi saturi degli oli minerali e Mineral oil aromatic hydrocarbon- idrocarburi aromatici degli oli minerali) questi ultimi in particolare possono accumularsi nei tessuti e causare microgranulomi (nella milza, nel fegato e nei linfonodi).

Altroconsumo ha verificato la presenza di metalli pesanti come piombo, arsenico, mercurio, vietati per legge se non in piccole tracce. Non è però, stabilito un limite massimo. Inoltre nascosti tra le etichette del prodotto troviamo la paraffina, oli minerali. Sono sostanze che derivano dalla raffinazione del petrolio e sono presenti nella maggior parte dei prodotti analizzati. In questo caso vi è una legge e questi oli possono essere utilizzati solo se sono stati correttamente trattati, in modo da eliminare i residui pericolosi e le sostanze cancerogene. Altroconsumo ha trovato la presenza di queste sostanze nei prodotti delle marche: Dior e Chanel, i quali sono invece privi di di (Mosh e Moah)



Una ricerca del 15 febbraio 2020 dell Analytica chimica acta pubblicata su ScienceDirect, svolge una revisione critica degli elementi tossici e potenzialmente tossici utilizzati nei cosmetici. I trucchi sono utilizzati quotidianamente e applicati sulle zone più sottili della pelle del viso come labbra e palpebre. Queste pareti sono più sensibili all’assorbimento di elementi tossici o potenzialmente tossici.

Il rossetto è uno dei cosmetici più utilizzati, infatti, Nel 2017, il mercato globale dei prodotti cosmetici è stato valutato a circa $ 530 miliardi e si prevede che raggiungerà circa $ 860 miliardi nel 2024 si può, pertanto, immaginare l’impatto delle sostanze nocive sui consumatori.

Secondo lo studio riportato viene affermato che Nell'attuale processo di produzione, vengono utilizzate diverse materie prime (Es., Materiali oleosi, tensioattivi, agenti bagnanti, agenti addensanti, agenti filmogeni, agenti assorbenti ultravioletti, antiossidanti, agenti sequestranti e coloranti, vitamine, agenti farmaceutici e profumi). La presenza di elementi tossici nell'ambiente può comportare la loro presenza in tutte queste materie prime. Pertanto, l'uso quotidiano di cosmetici può esporre i consumatori a problemi cutanei localizzati ed effetti sistemici causati dall'assorbimento cutaneo o orale di alcuni elementi chimici.

Elementi tossici possono essere rilasciati da rossetti nei liquidi gastrici e intestinali dopo l’ingestione, inoltre l’uso diffuso di cosmetici per le labbra nella vita di tutti i giorni espone gli utenti a rischi costanti causando così problemi riproduttivi cancro e neurotossicità.

L’Unione Europea vieta la presenza di qualsiasi concentrazione di diversi composti ed elementi nei cosmetici. Diversi paesi o regioni hanno utilizzato il modello UE per elaborare le proprie normative sui cosmetici, questi includono l’associazione delle nazioni del sud-est asiatico Asen, il mercato comune source del Sudamerica mercosur e le regioni della comunidad andina patto antico.

In conclusione se da un lato l'offerta è ampia sia per fasce di prezzo che per design del prodotto è necessario un acquisto consapevole da parte del consumatore, il quale oltre a preservare la propria salute, contribuisce a ridurre il grande mercato dei prodotti contraffatti. Non solo per una questione di igiene ma anche alle politiche del lavoro ad esso associate. Dietro a confezioni e c colori sgargianti si celano cosmetici realizzati negli scantinati in condizioni precarie e con prodotti chimici potenzialmente rischiosi all'uso.


Note

  1. Mafia nel testo inteso con il significato estensivo del termine. Indica una qualsiasi organizzazione di persone dedite ad attività illecite, segreta e duratura, che impone la propria volontà con mezzi illegali e violenti, per conseguire interessi a fini privati e di arricchimento anche a danno degli interessi pubblici.

  2. La Food and Drug Administration è l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti d'America

  3. Altroconsumo è la più grande Organizzazione italiana di consumatori con 345.000 soci (e 115.000 lo sono da più di 10 anni). Il loro contributo ci garantisce libertà ed indipendenza di giudizio perché finanzia il 95% delle attività. Il restante 5% circa è finanziato da progetti di ricerca, comunicazione e contributi pubblici per le attività di conciliazione come rappresentato nella tabella sotto.

Sitografia


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